Canzone


Quando l’età fomenta

la crescita dei peli nelle orecchie,

la vita ci sorride di sbieco

e i treni prendono ritardo,

il mondo ribalta, i prezzi salgono,

ed il respiro inumidito

furtivamente appanna lo specchio.

 

Dice il dottore: è la sensazione

d’una catastrofe imminente

l’inopinata estroflessione

d’un senso di colpa latente,

o l’insorgere malaccorto

d’un bubbone

da una poco riuscita digestione.

 

Questi sono uomini forti,

sono quelli che pisciano a scroscio

masticando il diritto ed il rovescio,

e i vecchi se la ridono

sotto sotto, la sanno lunga,

che di questa alluvione

lasceranno a noi i funghi.

 

Queste sono le perdute anime

col cognome prima del nome,

che sopravvissero ai disastri

con la forza della disperazione,

e ora s’illudono, per via

chiacchierando in attesa del macello,

d’avere un futuro purchessia.

 

E sarebbe il momento giusto

per morire carichi d’anni

e dire: “Boh, fa lo stesso,

le guerre le ho traversate

in un cantuccio caldo

lontano dal trambusto,

e il peggio ha da venire”.

 

Così dico per divertire

gli amici, che portino pazienza

della nostra impotenza.