Bertran de Born, D'un sirventes no.m cal far lonhor ganda


Non mi va un sirventese a far più attendere,

tanto ho voglia di dirlo e farlo spandere,

che ne ho ragione tanto nuova e grande

dal re giovane, che più non domanda

a Riccardo, che il padre lo comanda:

costretto n’è!

Se di terra non ha Enrico il comando,

che dei vili sia il re!

 

Che è vile, che così vive allo sbando

di concessioni misurate a conto:

re incoronato che da altrui dipende

non sembra Arnaut, marchese di Bellanda,

né Guglielmo, che prese Tor Mirmanda,

tanto pregiato!

Poiché in Poitou li svillaneggia e mente

non sarà tanto amato.

 

Dormendo non potrà di Cuberlanda

esser re inglese, né prender l’Irlanda,

né terrà Angers né Montsoreau né Canda,

né di Poitiers sarà sua la Miranda,

né duca mai della terra normanda

sarà, né conte

di Bordeaux, né dei guasconi oltre Landa

sire, né di Bazas.

 

Consiglio sulle note d’Alamanda

darò a Riccardo, che non ne domanda:

non lisci i suoi per via di suo fratello!

Non lo fa affatto, ma li assedia e sbanda,

toglie loro i castelli e abbatte e infiamma

da tutti i lati.

E il re giostri con quelli di Garlanda

e con l’altro, il cognato.

 

Vorrei il conte Jaufré, che ha Brocelandia,

fosse lui il primo nato,

 

che è cortese, e che fosse al suo comando

il regno ed il ducato.

 

 

    Edizioni: Carl Appel, Die Lieder Bertrans von Born, Halle, Niemeyer, 1932;

Gérard Gouiran, L’amour et la guerre. L’oeuvre de Bertran de Born, Aix-en-Provence,

Université de Provence, 1985.

    Sirventese della fine del 1182 o dell’inizio del 1183. Censura Enrico il giovane,

che dopo essersi ribellato al padre Enrico II Plantageneto, in contrasto col

fratello Riccardo Cuor di Leone, pareva incline ad accettare un accordo.

Ricorda l’esempio di Hernaut de Beaulande, eroe epico, e di Guglielmo d’Orange

(alla presa di Orange si allude con la torre Mirmanda, che nella chanson de

geste si chiama però Gloriete). Nomina le terre sulle quali Enrico, associato nel

regno ma privo di possessi personali, non potrà dominare se non combatte:

il Cumberland (Cuberlanda), annesso da Enrico II all’Inghilterra; l’Irlanda, con-

quistata da Enrico II; i domini angioini dei Plantageneti: Angers, Montsoreau,

Candes [Canda]; la contea di Poitiers (di cui si cita la torre Miranda); il ducato

di Normandia, che Enrico il giovane aveva chiesto per sé; la contea di Bordeaux,

la Guascogna oltre le Landes (Landa), la signoria di Bazas. Mentre Riccardo

sottomette con la violenza i signori ribelli che dipendono da lui, Enrico il giovane,

la cui propensione ai tornei è altre volte criticata dal poeta, se ne stia dunque

a giostrare con il cognato Filippo Augusto, re di Francia, e con i signori di Garlande.

Meglio dunque sarebbe che fosse primogenito Goffredo di Bretagna (nei cui domini

si trova la Forêt de Brocéliande, luogo caro all’immaginario dei romanzi di argo-

mento bretone).

    Il sirventese si dichiara composto el so de n’Alamanda ‘con la musica di donna

Alamanda’, cioè sulla melodia della canzone di Giraut de Borneil Si·us quer conselh,

bel’ami’Alamanda (tradotta in questo stesso Quadernino), che doveva godere di un

notevole successo, se viene così citata per nome. Si noterà comunque che la

citazione, al di là dell’uso della melodia, che è frequente nei sirventesi di Bertran

de Born, è motivata dalla ripresa antifrastica del consiglio (aiuto nella traduzione

che si è data di Alamanda) che Giraut nella sua canzone chiede alla donzella e

che Bertran nel suo sirventese mostra ironicamente di voler dare a Riccardo, che

non lo vuole.