5/02/2024

Pietro G. Beltrami

Pietro G. Beltrami

Bertran de Born, Un sirventes on motz no falh

Un sirventese senza sbagli

ho fatto, mai mi costò un aglio,

ed ho imparato una tale arte:

se ho un fratello o un parente prossimo

faccio in due l’uovo e il soldino,

e se poi vuole la mia parte

io lo caccio di famiglia.

 

Tutto il mio senno ho nel mio scrigno,

se pur m’han dato gran travaglio

fra don Aimar e don Riccardo.

Gran tempo m’han tenuto in guardia,

ma ora sono in gran scompiglio:

se il re non li separa, i giovani

ne avran bene nelle entraglie!

 

Tutti i giorni risuolo e taglio

i baroni e rifondo e caglio

che pensavan di disboscarmi:

e son folle se me ne guardo,

perché di peggior metallo

son del ferro di san Leonardo;

stolto è chi se ne travaglia.

 

Talairan non trotta e non salta,

e non esce dal suo Arenalh,

e non teme lancia né dardo,

ma vive al modo d’un lombardo:

tanto è pieno di viltà

che quando gli altri si sbudellano

si stiracchia, lui, e sbadiglia.

 

Guilhem Gordon, folle batacchio

vi metteste al vostro sonaglio,

e io vi amo, Dio vi guardi!

Perciò per folle e per vigliacco

vi ritengon per il patto

i due visconti, e par lor tardi

che con lor siate in battaglia.

 

Tutti i giorni lotto e contendo,

colpisco, paro e mi difendo,

mi si guasta la terra e s’arde

e dei miei boschi fanno campi,

e mi mischian grano e paglia,

e non c’è ardito né codardo

nemico che non m’assalga.

 

A Périgord alla muraglia

vicino ad un tiro di maglio

verrò armato sul mio Baiardo:

se c’è un panzone pittavino

vedran se sta spada taglia!

gli farò in testa una poltiglia

di cervello misto a maglie.

 

Baroni, Dio vi salvi e guardi,

e v’aiuti, e che vi valga;

ciò che disse dite a Riccardo

il pavone alla cornacchia.

 

 

    Edita in Anticomoderno Uno. Convergenze testuali, Roma, Bagatto, 1995, e già

prima in Scritti per Roberto Antonelli in occasione dei suoi 50 anni, Roma, Bagatto,

1992 (ho apportato qualche modifica).

    Edizioni: Carl Appel, Die Lieder Bertrans von Born, Halle, Niemeyer, 1932;

Gérard Gouiran, L’amour et la guerre. L’oeuvre de Bertran de Born, Aix-en-Provence,

Université de Provence, 1985 (da cui per lo più le informazioni storiche di seguito

riportate per comodità del lettore).

    Sirventese databile al 1182 o 1183, prima della presa di Altaforte (Hautefort),

il castello fino allora tenuto da Bertran in comproprietà con i fratelli, da parte di

Riccardo Cuor di Leone. All’epoca Bertran è partigiano di Enrico il Giovane, figlio

di Enrico II Plantageneto, contro il padre e contro il fratello Riccardo.

    La prima strofa allude alla disputa con i fratelli Costantino e Itier per Altaforte.

Aimar (seconda strofa) è il visconte di Limoges. Il ferro di san Leonardo allude forse

al santo come protettore di chi evade dal carcere. Talairan (quarta strofa) è il

conte di Périgord Elia VI Talairan; Arenalh è probabilmente il nome del suo castello.

I lombardi (cioè gli italiani del nord) hanno fama di mercanti, non di guerrieri.

Guilhem Gordon (o de Gordon, quinta strofa) è un altro signore feudale; i due

visconti con cui ha a che fare sono probabilmente Aimar di Limoges e il figlio.

5/02/2024